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LA FONDAZIONE

Alcide De Gasperi

De Gasperi (o Degasperi), Alcide. Statista e uomo politico democristiano (Pieve Tesino, Trento, 3 aprile 1881 – Sella di Valsugana, 19 agosto 1954). Fin da giovanissimo, grazie alla guida del sacerdote Vittorio Merler, fu avviato agli studi presso il collegio vescovile di Trento. Il periodo trascorso all’interno di questa istituzione si rivelò decisivo per determinare i tratti peculiari del suo credo politico.

Nel 1905 ottenne la laurea in Lettere presso l’Università di Vienna e nel 1906 entrò nel Partito popolare trentino. Nel 1909, facendosi portatore degli interessi culturali ed economici della sua regione, fu eletto consigliere comunale di Trento e, due anni più tardi, nel 1911, deputato nel collegio di Fiemme. Con l’approssimarsi della fine della Prima guerra mondiale sostenne la volontà delle popolazioni trentine di essere annesse all’Italia e, divenuto cittadino italiano a seguito dell’acquisizione di Trento e Trieste, entrò nel Parlamento nazionale come deputato.

La sua attività politica si intensificò particolarmente negli anni Venti del Novecento quando aderì al nuovo Partito popolare italiano (Ppi), organizzazione di ispirazione cristiana fondata e guidata da don Luigi Sturzo. Dopo la marcia su Roma del 1922 e l’avvento del fascismo al potere, De Gasperi sostituì Sturzo alla guida del partito, dopo che quest’ultimo ebbe deciso per l’esilio volontario. Tuttavia, con il consolidarsi della dittatura, egli fu costretto a liquidare il Ppi e cessare per un breve periodo la sua attività politica.

Nel 1927 fu arrestato con l’accusa di espatrio clandestino e rimase in carcere fino al 1928. Dopo la scarcerazione, trovandosi in una situazione di precarietà economica e di isolamento morale, condusse un periodo di permanenza a Roma sotto la protezione del Vaticano, dove ebbe l’opportunità di analizzare il contesto storico in cui viveva e riflettere sulla nuova forma che avrebbe assunto la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana nel secondo dopoguerra. Nel 1943, in un clima di clandestinità, i cattolici italiani si riorganizzarono attorno alla figura di Alcide De Gasperi, fondando il partito della Democrazia cristiana.

Dopo la liberazione di Roma, il leader trentino ottenne la nomina di ministro degli Esteri nel secondo governo Bonomi e poi nel successivo governo Parri. Il 10 dicembre 1945 divenne Presidente del Consiglio e mantenne questa carica ininterrottamente fino al 1953, governando prima insieme ai socialisti e ai comunisti e, dopo il maggio 1947, soltanto con la partecipazione dei partiti di centro. Tra i principali protagonisti della ricostruzione post-bellica italiana, De Gasperi è considerato, insieme al tedesco Konrad Adenauer e al francese Robert Schuman, il padre fondatore dell’Unione Europea.

La convinzione personale di Alcide De Gasperi della necessità di trasferire il solidarismo cattolico sul piano internazionale è rappresentativa della sua idea di Europa. Egli dedicò l’ultima parte della sua vita alla realizzazione di questo progetto, con l’obiettivo di trasmettere alle generazioni future l’importanza di sostenere la pace e la sicurezza tra gli Stati. Nel 1952, ricevette il Premio Carlo Magno per il suo impegno nella diffusione dei valori europei e, nel 1954, fu eletto presidente dell’Assemblea della CECA come riconoscimento per il suo europeismo. Morì a Sella di Valsugana, circondato dai suoi cari, il 19 agosto 1954.


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