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10 Marzo 2017

SE PUO’ AVERE SENSO PARLARE DI ISLAMOFOBIA

L’attentato e le premesse – Nel tardo pomeriggio del 29 gennaio 2017 Alexandre Bissonette, franco-canadese di 27 anni, apre il fuoco in una moschea a Quebec City mentre decine di persone sono riunite per pregare. Muoiono in sei e molti altri rimangono feriti.

L’attentato contro i musulmani, se possibile, è ancora più significativo se si considera il paese dove è avvenuto: il Canada. Considerato da molti l’unica risposta valida di fronte alle misure di Trump e il faro della democrazia che offre le giuste alternative di fronte al proliferare dei populismi, il Canada con il suo Primo Ministro Justin Trudeau è davvero un’idea di democrazia così priva di contraddizioni?

Fin da quando si è insediato nel novembre 2015 Trudeau, appoggiato dal suo Partito Liberale, ha promosso il Canada come il simbolo dell’accoglienza, dell’apertura e della sopravvivenza della diversità. Proprio in questo senso si inserisce un provvedimento che tuttora fa molto discutere e che ha spaccato l’opinione pubblica a metà.

La mozione che condanna l’islamofobia – A dicembre dello scorso anno Iqra Khalid, deputata musulmana del Partito Liberale, ha presentato al Parlamento canadese una mozione piuttosto controversa. La M-103, questo il nome ufficiale, chiede al governo di sedare il clima pubblico crescente di odio e paura, eliminare il razzismo e la discriminazione religiosa ed infine condannare ogni forma di islamofobia. La mozione, così come la intendono i liberali, non deve essere intesa come una proposta di legge ma come una spinta al governo per affrontare in maniera adeguata il problema della discriminazione religiosa in Canada.

Conservatori vs Liberali – Se la M-103 non è un disegno di legge e non diverrà mai legge, perché tante polemiche? In breve: il termine “islamofobia”. In molti si sono scatenati riguardo all’ambiguità di questo termine. C’è chi come Ezra Levant, scrittore piuttosto critico nei confronti dell’Islam, ha definito la M-103 una vera e propria intimidazione e limitazione per la libertà d’espressione. Secondo il Partito Conservatore una Sharia proiettata sul Canada sarebbe la conseguenza logica di provvedimenti come questo e ogni critica nei confronti di Maometto o dell’Islam verrebbe messa così a tacere. In poche parole i liberali di Trudeau per eliminare la discriminazione religiosa riserverebbero un trattamento speciale alla religione islamica.

David Anderson, deputato del Partito Conservatore, ha provato a modificare la mozione presentandone un’altra praticamente uguale se non per il fatto che in quest’ultima non compariva il termine “islamofobia”. Il tentativo non è però andato a buon fine visto che ha incontrato la ferma opposizione del Partito Liberale, il quale ha respinto la mozione con 165 voti contrari.

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Libertà: fino a che punto – È bene affrontare la questione, che apre un dibattito molto più ampio, lontani da pregiudizi di ogni tipo.

Da un lato parlare di censura della libertà d’espressione e di Sharia che si abbatte sul Canada sembra un’esagerazione, in quanto la M-103 non ha niente a che fare con la legge e non ha nessun potere di cambiare la Carta dei Diritti e della Libertà del Canada. Dall’altro lato è però vero che specificare nel dettaglio la condanna dell’islamofobia può sicuramente portare a un fraintendimento: i credenti di altre religioni, tra l’altro in netta maggioranza in Canada, possono risultare particolarmente sensibili rispetto a un pensiero espresso in questi termini.

In un’epoca di affermazione di fondamentalismi islamici, si sceglie di astenersi da ogni giudizio di condanna?

Il dramma e le identità – Il dramma della religione islamica è proprio questo suo non riuscire a conciliarsi con la modernità. Probabilmente i conflitti identitari, tipici del mondo globalizzato, non possono essere risolti con la stessa moneta dei fondamentalismi: il loro rifiuto per i valori occidentali non deve essere risolto tramite un’opposizione uguale e contraria dell’identità cristianità. Ci sarebbe da discutere fino a che punto questo porterebbe a uno “scontro di religioni”.

Tuttavia, d’altra parte, parlare di “condanna dell’islamofobia” sembra anacronistico, in quanto la democrazia è in crisi e deve sapersi difendere. La discriminazione religiosa e il razzismo vanno eliminati alla radice senza ulteriori specificazioni su quale di questi abbia la priorità.

Simone Stellato


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