
Roma, 21 maggio 2025 – Aggregazione professionale, equo compenso, equilibrio tra sussidiarietà e responsabilità, sviluppo normativo che rafforzi la funzione pubblica e sociale delle professioni: attorno a questi temi – centrali per il futuro delle libere professioni – si è articolato il confronto durante il convegno “Le professioni in Italia: da De Gasperi alle sfide del nostro tempo”, promosso dalla Fondazione De Gasperi con il supporto della Fondazione Inarcassa, nell’ambito delle iniziative per il 70° anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi.
Ad aprire i lavori è stata la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, che ha ribadito l’importanza dei corpi intermedi come garanti del legame tra Stato e società civile. A seguire, padre Paolo Benanti, presidente della Commissione governativa sull’intelligenza artificiale per l’informazione, ha sottolineato l’impatto delle nuove tecnologie sulle libere professioni, soprattutto in termini di sussidiarietà: “Il processo di trasformazione tecnologica – ha spiegato – è alieno ad alcune architetture di costruzione sociale che caratterizzano lo spazio pubblico”.
Anche Martina Bacigalupi, direttrice della Fondazione De Gasperi, ha sottolineato l’attualità del pensiero degasperiano: “Oggi più che mai – ha detto – serve riscoprire il ruolo delle professioni come pilastri di una democrazia solida e partecipata”.
Cuore dell’iniziativa è stata la presentazione di un estratto della ricerca promossa dalla Fondazione De Gasperi, curata da Matteo Orlandini, membro del Comitato scientifico, che ha ricostruito l’evoluzione delle professioni tecniche e il loro contributo alla ricostruzione del Paese, con un focus su esperienze emblematiche come Ina-Casa e Cassa del Mezzogiorno.
Sul piano europeo, Luigi Gianniti, anch’egli membro del Comitato scientifico della Fondazione, ha evidenziato: “Serve coraggio per affrontare la sfida dell’integrazione europea: rilanciare il mercato interno significa crescita, mobilità per le professioni e nuove opportunità”.
Nel suo intervento, il presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio, ha richiamato la visione degasperiana della centralità delle libere professioni come antidoto ai regimi autoritari: “Portatrici di interessi legittimi finalizzati al bene comune – ha detto – le professioni libere sono ancora oggi un presidio essenziale per il Paese”.
A chiudere i lavori, la tavola rotonda con i vertici dei Consigli nazionali di Ingegneri, Architetti, Avvocati, Notai e Commercialisti, che hanno offerto una riflessione condivisa sulle sfide attuali e future. Un confronto ricco e articolato, nella prospettiva di una società fondata sulla centralità della persona, sul pluralismo e sul ruolo attivo dei corpi intermedi.
Nel corso del dibattito, il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Angelo Domenico Perrini, ha evidenziato come “l’ingegnere debba oggi guidare il cambiamento con visione etica e competenza”, sottolineando che la transizione ecologica e digitale impone alle professioni un’assunzione di responsabilità sistemica.
Il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Massimo Crusi, ha posto l’accento sulla sostenibilità, definendola “non un’opzione ma un orizzonte necessario”, in cui rigenerazione urbana, innovazione e investimenti devono essere affrontati in modo integrato, con al centro la persona.
A sua volta, il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, ha sottolineato la necessità per le professioni giuridiche di governare i cambiamenti, a partire dall’intelligenza artificiale. “Tutelare i diritti e riformarsi con coraggio – ha detto – sono le condizioni per continuare a essere baluardi delle garanzie dei cittadini”.
Per il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Giulio Biino, “terzietà e fiducia sono valori umani, fondanti della nostra funzione. Il notariato può affrontare il cambiamento senza perdere la propria identità, garantendo legalità e interesse collettivo”.
Infine, il vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Antonio Repaci, ha affermato che “i professionisti devono tornare protagonisti accanto alle imprese. Equità e responsabilità sono le direttrici su cui ricostruire il ruolo strategico dei commercialisti nell’economia reale”.