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24 Ottobre 2016

THE THREAT FROM RUSSIA

The Economist | 22 Ottobre 2016

Ogni settimana Vladimir Putin trova nuovi modi per spaventare il mondo. Dal recente trasferimento di missili con capacità nucleare vicino alla Polonia e alla Lituania, all’invio di un gruppo di portaerei lungo il Mare del Nord e il Canale della Manica. Ha minacciato di abbattere qualsiasi aereo americano che attacca le forze del despota siriano, Bashar al-Assad. La tensione aumenta, soprattutto nei rapporti con gli Stati Uniti ma Putin fermamente dichiara: “Se una lotta è inevitabile, si deve colpire per primi”.

E il primo passo per rispondere a tale minaccia è capire che la belligeranza russa è il segno di una malattia cronica. Il Pil russo è cresciuto del 7% l’anno all’inizio del regno di Putin, ma ora l’economia è in calo. Le sanzioni sono in parte responsabili, ma la corruzione e un calo del prezzo del petrolio hanno sicuramente inciso maggiormente. Putin ha cercato di compensare la vulnerabilità dello stato russo con l’aggressività in politica estera, ma a differenza di leader sovietici dopo Stalin, Putin governa da solo.

Obama, che in genere dice sempre le cose giuste, rispetto al “putinismo” sembrava abbastanza duro nel corso di una conferenza stampa di questa settimana; nonostante ciò, Putin ha appreso che egli può sfidare l’America. Le sanzioni occidentali danno al popolo russo un nemico contro cui schierarsi.

Che cosa dovrebbe fare l’Occidente? Il tempo è dalla sua parte. 

Un errore di calcolo sulla politica russa potrebbe portare ad una escalation incontrollata, l’America deve continuare a impegnarsi in colloqui diretti con Putin anche quando l’esperienza è scoraggiante.

I colloqui devono includere il controllo nucleare, nonché il miglioramento delle relazioni militari nella speranza che le armi nucleari possano essere tenute separate dagli altri aspetti come lo erano ai tempi dell’Unione Sovietica.

Un’altra area di controversia sarà la politica della Russia nei confronti degli stati esteri più vicini. La crisi in Ucraina mostra come Putin cercchi di destabilizzare alcuni paesi: il prossimo presidente degli Stati Uniti deve garantire che, contrariamente a quanto il signor Trump ha detto, se la Russia utilizza queste tattiche contro un membro della NATO, come la Lettonia o l’Estonia, sarà trattato come un attacco contro tutti, e un attacco contro un paese membro della NATO solleverà la possibilità per gli altri stati membri di armare il paese attaccato.

Putin alimenta l’idea che l’Occidente è esclusivamente un sistema corrotto, come la Russia, e che il suo sistema politico è altrettanto truccato. L’intento è quello di creare un Occidente diviso, che ha perso la fede nella sua capacità di plasmare il mondo. In risposta l’Occidente dovrebbe mostrare un’unità inattaccabile.

Sintesi tradotta di Giada Martemucci

Qui l’articolo originale


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